La Gnatologia e la prestazione sportiva

Premessa

La Gnatologia interessandosi delle connessioni anatomo-funzionali coinvolte nella postura di tutto il corpo, riveste un ruolo fondamentale nello sport a qualunque livello. Ciò non toglie che una postura corretta migliora la vita anche dei sedentari. La Gnatologia è una disciplina medico-odontoiatrica che si occupa, attraverso la bocca, i denti e tutte le sue componenti, dell’armonia e del rapporto “Uomo-spazio” e riguarda tutti gli esseri umani da circa tre anni in su. In questa sezione daremo cenni di carattere generale per meglio comprendere la visione d’insieme e altri di maggiore interesse per gli sportivi. Augurandoci di essere utili, ci scusiamo per la lunghezza del testo. Abbiamo dovuto tener conto, oltre che della vastità dell’argomento, anche di molte domande.

Introduzione

Chi pratica sport per passione, o ancor più, per professione, deve avere molta cura del mezzo che utilizza per la pratica sportiva scelta. Per esempio nell’automobilismo: carrozzeria aerodinamica, motore, tecnologia, specchietti, gomme e tutti gli “accessori” necessari. In termini più appropriati, deve avere cura: per il proprio corpo, per la propria mente e per tutti i “dettagli” indispensabili che ne sono contenuti. Noi ci occuperemo di questi ultimi “dettagli”: bocca, lingua, denti e di tutto ciò a essi correlato. Questa premessa, sappiamo, è riferita a tutti; una particolare attenzione è opportuna per chi di questa speciale macchina biologica (il proprio corpo) fa un utilizzo sportivo in ambito professionale.


D: “Cosa c’entrano i denti con lo sport?”

R: “Dal punto di vista gnatologico i denti, come vedremo, sono un ingranaggio molto importante per tutto il sistema posturale


Per rompere ogni indugio, partiamo dall’inizio: la figura dello gnatologo in ambito sportivo è assolutamente determinante. Nonostante questo, sorge spontanea una domanda: “perché quando dilettanti o professionisti vengono sottoposti a visite mediche preventive, nel check-up dell’atleta non si pensa d’inserire un’accurata e regolare visita gnatologica?” La risposta è semplice: c’è poca informazione, sia in ambito generale, sia in ambito medico. È sufficiente sapere che quando la bocca è in disordine, tutto il corpo rischia di essere in disordine.

Approfondimento

In sede diagnostica non va trascurata la componente individuale, e i meccanismi di compenso. Non tutti rispondono allo stesso modo allo stesso insulto. Prima di iniziare la terapia è opportuno valutarne la necessità poiché potrebbe, escludendo la componente psicologica, non apportare alcun miglioramento in soggetti già compensati spontaneamente.


D: “Avere i denti storti si conforma in una disabilità?”

R: “È necessario restare nei limiti. È la funzione che definisce l’organo. È più appropriata la definizione - Disfunzione -”


Tornando allo sport: a onor del vero, ultimamente importanti società sportive al fine di ottenere la migliore condizione fisica e mentale dell’atleta, nonché minori incidenti muscolari, stanno sempre più inserendo la disciplina gnatologica nel protocollo sanitario sportivo. Questa attenzione verso la connessione Bocca, Sistemi Neuro-Muscolare, Muscolo-Scheletrico e Posturale apre nuovi orizzonti verso una buona condizione della salute in generale e nello specifico, al miglioramento della prestazione sportiva riducendo anche il rischio di traumi e infortuni: con piena soddisfazione degli atleti, di chi li segue e di chi investe su di loro.

Prendiamo coscienza che uno scorretto rapporto dentale (malocclusione) si può ripercuotere sull’atteggiamento posturale dell’atleta, riducendo di fatto il livello della prestazione e aumentando il rischio d’infortuni. La forma della bocca, la lingua, i denti mal posizionati, con conseguente chiusura scorretta, indicano la presenza di una serie di problematiche già citate in altri paragrafi di questo sito, oltre che riferite a disfunzioni neuromuscolari e muscolo-scheletriche, che si traducono in una disarmonia dei movimenti e in un alto spreco di energie per compensare l’alterato equilibrio.


D: “È vero che alla nascita, insieme a tutto il corredo genetico, ereditiamo anche la componente muscolo-scheletrica e non possiamo più modificarla poiché è già tutto scritto nel DNA, nei nostri geni e questo, in particolare per un atleta potrebbe essere un limite invalicabile?”

R: “L’argomento è troppo vasto e d’interesse generale, esce un po’ dai confini sportivi. Cercheremo di essere il più possibile chiari e sintetici. Questo orientamento rientra nel concetto di - Predeterminazione Genetica - sostenuto da Francis Crick (Watson e Crick, scopritori della doppia elica del DNA nel1953. Premi Nobel nel 1962) all’interno del suo - Dogma Centrale - pubblicato nel 1958 e declinato alla fine dello stesso secolo dopo la lunga ricerca sul - Genoma Umano - la quale ha dimostrato, tra molto altro, che contrariamente a quanto sostenuto da Crick, non nasciamo con già scritto nel DNA chi saremo, cosa faremo e di cosa moriremo, poiché i risultati della ricerca hanno ampiamente dimostrato che solo una parte dei nostri geni risponde a quel principio immutabile: non la totalità. Comunque: non essendo questa la sede più appropriata per entrare nel merito della Genetica e dell’Epigenetica, che è e rimane di competenza dei genetisti, per le nostre problematiche gnatologiche limitiamoci ad affermare che per ciò che riguarda le nostre competenze, qualunque Disfunzione, indipendentemente da ciò che riportano i nostri geni, può essere brillantemente e definitivamente risolta. Quindi, nessun limite per nessuno”


Brevi cenni su formazione e sviluppo del Sistema Muscolo-Scheletrico, dei Denti e sull’Equilibrio Ortostatico

(Per “ortostatico” s’intende la posizione del corpo eretta e stabile)

La formazione e l’accrescimento del sistema muscolo-scheletrico e della dentatura (apparato stomatognatico) sono il risultato dell’interazione tra patrimonio genetico e personale azione antigravitazionale.

Sull’Equilibrio Ortostatico

Per mantenere l’equilibrio con il corpo in posizione eretta siamo chiamati a opporre resistenza a due grandi forze della natura: la forza di gravità e la forza centrifuga. Con una postura perpendicolare al piano terreno o pavimento, la figura è ben centrata e non spreca energia per mantenersi in equilibrio, mentre un minimo scompenso posturale può spostare il baricentro o centro di gravità, che è il punto in cui si concentra tutto il peso del corpo - più o meno in zona ombelicale -, approssimativamente al 53% nell’uomo e al 55% nella donna nella loro altezza totale. Se il baricentro rimane all’interno della base d’appoggio noi non cadiamo, ma siamo costretti a ri-orientare la posizione e a spostare il peso in modo anomalo sul perimetro d’appoggio (formato dai nostri piedi), con inutile e dannoso spreco di energie per cercare di mantenerci in posizione eretta e stabile, seppur con equilibrio compromesso. Per compensare questi squilibri, assumiamo posizioni incongrue e disfunzionali, con possibili ripercussioni sulla colonna vertebrale: “Un corpo è in equilibrio quando la risultante di tutte le forze applicate al suo baricentro è nulla”.


D: “Quanto una bocca disarmonica sbilancia la postura e quanto può compromettere la prestazione sportiva?”

R: “Di base, ma con molte variabili, possiamo considerare la disarmonia della bocca direttamente correlata allo squilibrio posturale. Abbiamo, in ogni caso, atleti che ne soffrono in modo maggiore o minore, ma tutti possono aumentare il livello della loro prestazione migliorando la componente ortognatica (rapporto tra mascella e mandibola). La compromissione della prestazione non è una formula matematica, va valutata individualmente tenendo conto di tutte le variabili endogene ed esogene, per poi decidere il da farsi. È fuor di dubbio che un corretto rapporto - Uomo-Spazio - esprime la massima possibilità individuale. La Bocca è - la nostra finestra sul cortile -, e ci permette di vedere cosa succede all’interno di tutto il sistema coinvolto”


“L’importanza del corretto bilanciamento dentale nella performance sportiva”

Negli sportivi, soprattutto di alto livello, una minima variazione di equilibrio si può manifestare in una variazione dell’intensità della forza, delle capacità di coordinazione e della riduzione della velocità, e può, come già accennato, aumentare il rischio di traumi e d’infortuni. Questa disarmonia riduce le potenzialità atletiche. Pertanto, è necessaria un’integrazione sostanziale già nelle visite mediche preventive dell’atleta. Un’attenta valutazione di tutti i dettagli del volto e, in particolare, del complesso apparato stomatognatico (bocca, denti, lingua), associato a ripercussioni posturali, deve essere prevista nelle visite mediche di routine per ottimizzare le prestazioni e ridurre in modo significativo il rischio di traumi e infortuni, a volte molto gravi.


D: “Possiamo considerare una bocca ben bilanciata, con denti ben allineati e che occludono perfettamente, come garanzia di una postura corretta?”

R: “No, è un’ottima premessa, ma non certo una garanzia. Ci sono molti altri fattori interni ed esterni (endogeni ed esogeni) che possono indurre parafunzioni anche con una bocca sana. Può comunque spostare l’attenzione dal fattore organico, utile per formulare una diagnosi differenziale, e anche per stabilire se la problematica posturale parte da un altro distretto, per esempio dai piedi, escludendo di fatto la bocca come causa scatenante della disfunzione, pur rimanendone un’aggravante. - Formulare la diagnosi clinica è un compito dello gnatologo -.”

(Per diagnosi differenziale s’intende: individuare fra le varie manifestazioni, segni e sintomi simili alle disfunzioni che stiamo ricercando ed escluderli fino a comprendere quali siano quelli che condurranno a una diagnosi corretta).


Diagnosi Precoce

Molti bambini sono impegnati in attività ludico-sportive, alcuni continueranno per passione e altri ne faranno una professione. Già in questa fase è richiesto il noto “certificato di sana e robusta costituzione”, dove molto spesso lo gnatologo non viene consultato, è invece utile sapere che nei bambini è opportuno intercettare, attraverso alcuni segni prodromici (quindi prima che l’eventuale problematica si manifesti), i possibili presupposti per lo sviluppo di una disfunzione muscolo-scheletrica. Questa precocità nella diagnosi, seguita da un’altrettanto rapida terapia preventiva, è in grado di invertire in tempo reale l’andamento del circolo “vizioso” tramutandolo in “virtuoso”, inducendo in modo naturale, senza necessità d’interferire con l’applicazione di forze meccaniche, il completamento dello sviluppo dell’apparato muscolo-scheletrico, spostando la tendenza da Patologica a Fisiologica nel rispetto del proprio naturale sviluppo anatomo-fisiologico. Nei soggetti molto giovani questa terapia, definita “intercettiva” in quanto basata sulla prevenzione e non sulla cura, è un prerequisito indispensabile per il fisiologico sviluppo autonomo guidato da un dispositivo plurifunzionale prevalentemente notturno, di cui vedremo i dettagli più avanti, che condurrà “naturalmente” alla migliore condizione di equilibrio e armonia dentale, fisica e mentale non ancora compromesse, poiché intercettate in tempo. Il soggetto in questo modo non potrà essere considerato “guarito”, ma mai colpito da disfunzione muscolo-scheletrica. - Merito della Prevenzione -.

Terapia

In caso di necessità, valutabile in sede di visita, sia la prevenzione con terapia intercettiva (soprattutto nei bambini, già dai tre anni), sia a seguito di patologia in atto o pregressa, il trattamento gnatologico sarà eseguito con dispositivo plurifunzionale diversificato secondo il caso e comunque non invasivo o minimamente invasivo nella bocca senza necessità di farmaci, né radiazioni, né applicazioni di apparecchiature meccaniche fisse. Il dispositivo in oggetto si differenzia dall’ortodonzia classica e dal comune bite in resina, poiché si tratta di un dispositivo notturno morbido, rimovibile, elastico (solitamente in silicone), biofunzionale che agisce sull’azione di trazione del muscolo sulla sua inserzione ossea, trasferendo il messaggio a tutto l’apparato muscolo-scheletrico, seguendo il concetto di - plurifunzionalità - (Attivatore neuromuscolare con funzioni multiple), senza forzature meccaniche, nel rispetto del principio anatomofisiologico: “È sempre il muscolo che guida l’osso”.

Compliance del Paziente

Durante la terapia è necessaria la collaborazione attiva del Paziente: il rispetto delle norme. L’impegno richiesto, come vedremo più avanti alla voce “Utilizzo del Dispositivo”, è veramente minimo, se non è possibile rispettarlo è consigliabile non iniziare o sospendere la terapia.


D: “Come avviene lo sviluppo osseo?”

R: “Alla nascita, questa azione di trazione esercitata dal tessuto nervoso muscolare sull’osso, induce un effetto osteoblastico (formazione dell’osso) che consente all’osso di svilupparsi”. (Pedro Planas)


Obiettivo della terapia con dispositivo biofunzionale

L’obiettivo di questa scelta terapeutica non invasiva è di indurre il corretto posizionamento della parte inferiore della bocca con quella superiore (il Mandibolare con il Mascellare) agendo sulle tensioni delle suture e delle strutture delle ossa craniche. Normalizzando, o ri-normalizzando la posizione delle differenti ossa di tutto il sistema Cranio-Facciale, otteniamo il conseguente fisiologico posizionamento dei denti determinato non da forze meccaniche, né da interventi chirurgici, ma dalla correzione delle dismorfosi delle ossa craniche e dal nuovo equilibrio osseo raggiunto. E attraverso questo biomeccanismo trasmettere contemporaneamente l’azione muscolare sulla via dell’equilibrio a tutta l’architettura dell’apparato muscolo-scheletrico condizionato, tutto o in parte, da quello ortognatico (la bocca nel suo insieme). In estrema sintesi: l’obiettivo è prevenire o correggere gli squilibri posturali, che hanno come causa (la più frequente) o concausa, la disarmonia della bocca.


D: “Quali caratteristiche organolettiche e funzionali ha il dispositivo in oggetto?”

R: “Il dispositivo in oggetto è inodore e insapore ed è composto da uno speciale silicone, che gli conferisce anche una singolare termolavorabilità, molto utile per apportare eventuali adattamenti. La forma ricorda molto il paradenti usato dai pugili e per i più piccoli, l’approccio è simile alla classica tettarella di gomma con la forma più anatomica e soprattutto funzionale. Il suo utilizzo, oltre che svolgere la sua azione sull’equilibrio delle arcate dentarie, sull’architettura del sistema scheletrico a partire dal massiccio craniale, e di agire a beneficio della postura, è funzionale anche per migliorare tutto l’aspetto neurovegetativo della bocca: la masticazione, la respirazione, la fonazione, la deglutizione e infine, il bruxismo e il russamento notturno. ”


Utilizzo del dispositivo

L’utilizzo del dispositivo plurifunzionale rimovibile prevede due fasi: durante il giorno abbiamo la fase attiva (cosciente) della durata di un’ora, durante la notte quella passiva (incosciente). La mescola dei materiali utilizzati conferisce al dispositivo un effetto specificatamente plastico che consente al paziente di fare un tipo di ginnastica riabilitativa neuro-occlusale per il recupero della corretta funzione neuro-muscolare praticando per pochi minuti al giorno, dei veri e semplicissimi esercizi di fisioterapia oro facciale, di deglutizione e di respirazione. Per eseguire gli esercizi sono sufficienti 15 / 20 minuti. In questa fase cosciente è fondamentale concentrarsi su ciò che stiamo facendo e non distrarsi guardando la TV, o il computer, guidare, leggere o fare altro.

Nel tempo restante, il dispositivo va mantenuto in bocca mordicchiandolo di tanto in tanto, questo secondo momento, sempre nella fase cosciente, avendo ultimato gli esercizi, non richiede concentrazione, è possibili fare anche altro fino alla fine dell’ora prestabilita. Se si preferisce, si può suddividere la fase cosciente in tre segmenti della giornate di 20 minuti per ripetere solo gli esercizi, in questo caso, sempre con la massima concentrazione. Per memorizzare la nuova “abitudine” funzionale a livello inconscio (fase passiva), è assolutamente necessario indossare il dispositivo durante la notte per tutta la durata della terapia. E la postura di tutto il corpo ne gioverà significativamente. Prerequisito fondamentale per ottenere il miglior risultato: seguire quotidianamente le indicazioni previste dalla terapia.

Plus per gli atleti

Quando non intralcia in nessun modo l’attività sportiva, si può indossare il dispositivo durante gli allenamenti o in gara, per es. marcia, maratona, ciclismo ecc., produrrà un eccellente miglioramento delle capacità fisiche e della percezione di se stessi. Con il dispositivo inserito la lingua e guidata nella migliore posizione sul palato per ottimizzare la deglutizione e la respirazione nasale: due elementi essenziali per la migliore condizione fisica e mentale. In alternativa, si possono utilizzare due piccoli e comodi “taquets” di pochi mm. sui denti posteriori di una singola arcata: poco ingombranti e molto funzionali.


D: “Tutte le problematiche posturali che coinvolgono la bocca, sono risolvibili con il solo intervento gnatologico funzionale?”

R: “No, questo non è sempre possibile. In taluni casi è sufficiente, in molti altri è necessario collaborare con altro professionista come: osteopata, fisioterapista, ortottista, logopedista o altro specialista nello specifico problema. Il team operativo è composto anche da altri specialisti, oltre quelli sopra elencati, che all’occorrenza saranno inseriti nel piano terapeutico a seconda della necessità. Se il Paziente è già seguito da un suo terapeuta di fiducia, sarà necessario consultarlo per allineare la condotta terapeutica”

D: “Quanto tempo occorre per risolvere il caso?”

R:“È molto difficile prevedere un tempo preciso di fine terapia, ogni caso va studiato e analizzato in tutti i dettagli e va soprattutto personalizzato - cucito - su misura. Ogni individuo pensa e si comporta in modo proprio e la terapia deve tener conto di queste specifiche caratteristiche per raggiungere il miglior risultato. Possiamo ipotizzare un ventaglio temporale: I casi più semplici possono essere risolti entro gli otto mesi di terapia, quelli standard (la maggior parte) in circa due anni, quelli più gravi possono arrivare fino a cinque anni. In alcuni casi più complessi come alcune III classi, è opportuno seguire il soggetto giovane fino ai diciotto anni per il consolidamento del risultato.- Normalmente i tempi si riducono molto in soggetti più ricettivi e collaborativi -”


Un aspetto molto interessante è che già a inizio terapia è possibile apprezzare sia i primi miglioramenti, che si concretizzeranno nel corso della terapia stessa, sia la riduzione di eventuali sintomi. A fine terapia avendo ottimizzato i fattori endogeni potrebbero ancora verificarsi condizioni ambientali esterne (esogene), che provocando stress possono stimolare reazioni parafunzionali quali: il serraggio (stringere forte i denti) o il bruxismo (digrignamento dei denti), oppure si possono assumere abitudini viziate, come poggiare il mento sul proprio pugno, che a lungo andare potrebbe spingere la mandibola più indietro o lateralmente. Per queste o altre stimolazioni parafunzionali acquisite, può tornare utile aver conservato in buone condizioni l’ultimo dispositivo plurifunzionale, poiché dopo un breve consulto medico, avendo terminato la sua fase terapeutica può essere riutilizzato (normalmente è sufficiente solo la notte) come mantenitore dell’obiettivo raggiunto e comunque solo temporaneamente per contrastare gli eventuali momenti di tensione, di stress e/o le sopraggiunte abitudini viziate, per il resto la terapia era già giunta al termine. “È un po’ la poltrona comoda per riposare”.

Arte, Scienza, Medicina

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